Questa breve riflessione, presentata come messaggio di benvenuto alla Giornata AICE 2018, parte da alcune domande: chi siamo? Da dove veniamo? Cosa facciamo? E soprattutto, chi saremo? Dove andremo? Di cosa ci occuperemo?
Noi siamo la somma delle nostre esperienze e questa è sempre una componente viva di ciò che chiamiamo “Competenza”. Riflettendo infatti sulle mie esperienze personali e sulla mia carriera professionale, credo che il punto centrale sia sempre stato la capacità di mettere in correlazione le conoscenze tecniche ed il valore che esse esprimono. La mia estrazione scientifica (ho una laurea in fisica) ha poi fatto il resto: attraverso l’utilizzo di opportuni modelli e tecniche, cerco sempre di strutturare e sistematizzare i vari elementi e mi sono costruito una professionalità legata sia al linguaggio del fare sia a quello del valore.
Dove andrò e dove andremo non è una risposta facile da dare, ma se analizziamo le tendenze attuali, si ha l’impressione che si parlerà sempre più spesso di Total Cost Management.
Una prima risposta alla domanda “chi siamo?” viene dal nome stesso dell’associazione: AICE è l’acronimo di “Associazione Italiana Cost Engineers”. Il Bollettino di informazione N. 1[1] stabilisce chiaramente i contenuti ed i confini di una vera e propria professione, quella del “Cost Engineer”.
Più volte durante il primo decennio di vita dell’associazione si sono susseguiti incontri, convegni e tavole rotonde per dibattere della struttura e delle caratteristiche di tale “professione” ma, partendo dalla definizione messa nello statuto all’epoca della fondazione di AICE (riportata nella figura qui di seguito), credo che le intenzioni dei fondatori risultino lampanti.
In tutte le successive evoluzioni dell'idea originale di "Ingegneria dei Costi" (Cost Engineering) e più tardi di "Ingegneria Economica" (siamo verso la metà anni ’80) è molto evidente un'attenzione particolare a tutti i meccanismi di integrazione tra varie discipline (ad esempio, tra economia-giurisprudenza-ingegneria, talvolta aggiungendo anche la politica, ecc.…), specie quando applicate al settore delle costruzioni e dei grandi progetti di ingegneria.
Alla prova dei fatti, il ristretto ambito costituito da tali progetti non è mai stato completamente rispettato poiché sono diversi gli articoli pubblicati nel tempo sulla rivista che nulla hanno a che fare con tali contesti. Diversi sono anche i soci che hanno fatto parte (e fanno tutt’ora parte) della nostra associazione che non si occupano professionalmente di progetti di ingegneria.
Tale limite è oggi pienamente e formalmente superato con il progetto AICE 2.0 che sancisce, anche attraverso un rinnovato statuto[2], la piena applicabilità dei principi della disciplina e degli approcci del TCM a diversi contesti e settori industriali.
AICE ha sempre cercato di allinearsi alle tendenze che si manifestavano nei settori dell'economia, dell'ingegneria e della giurisprudenza. E anche oggi, le evoluzioni in atto nel contesto socioeconomico richiedono un profondo ragionamento sulle competenze che si profilano all’orizzonte in tutti i settori.
Il piano Industria 4.0 ne è una evidenza. Nei report predisposti di vari osservatori sono messe in luce le competenze ritenute fondamentali per affrontare il passaggio e gestire i processi Industria 4.0 da parte delle aziende: qui rappresentato in tabella una sintesi emersa da un report pubblicato dall’osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano[3].
Area | Competenze fondamentali | Formazione necessaria 2018 |
Operations | Miglioramento dei processi Pianificazione e coordinamento Gestione di risorse smart Tecnologie accrescitive e di processo Analisi dei dati Modellazione e simulazione |
Definizione piano di adozione tecnologie per il miglioramento dei processi produttivi Analisi, modellazione, simulazione dei dati di produzione Progettazione di un sistema di manutenzione predittiva |
Supply chain | Innovazione di business Gestione smart Computer science and data analytics Utilizzo di piattaforme software |
Integrazione digitale dei processi di business con clienti e fornitori Sviluppo di una strategia IT per la gestione della supply chain |
Product Service Development | Innovazione di prodotto – processo Progettazione smart Utilizzo di digital e virtual Ingegneria del servizio |
Utilizzo di materiali e processi innovativi Uso di tecnologie digitali e virtuali nel processo di sviluppo del nuovo prodotto e servizio |
Oltre a quanto schematizzato in tabella, il report include anche altre competenze estremo interesse dove si aggiungono ad esempio la capacità di allineare ed integrare componenti IT (Information Technology) e OT (Operational Technology), impostare la business architecture, capacità di modellazione e simulazione di business solo per citarne alcune.
Nel report si legge inoltre: "Per cogliere davvero la sfida dell'Industria 4.0, le aziende devono dotarsi delle necessarie competenze, rivedendo strategie e pratiche di selezione, assunzione e sviluppo delle risorse umane, ma anche i piani di formazione, le reti di collaborazione. La skill 4.0 considerata più rilevante dalle imprese non è affatto banale perché richiede di contemperare prospettiva strategica di business e tecnica, considerando le implicazioni sulla sicurezza fisica del personale, la cybersecurity, la privacy, la proprietà dei dati ed altri aspetti legali."
Una lettura delle tendenze relative ai fabbisogni occupazionali in Italia nel medio periodo conferma il quadro. Lo si rileva ad esempio da una indagine di recente pubblicazione ed effettuata da Unioncamere e ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro) sui fabbisogni occupazionali in Italia nel medio periodo[4].
Questo primo grafico indica il numero di occupati dipendenti ed indipendenti che saranno richiesti nei vari settori industriali. Nel grafico sono riportati i valori percentuali di espansione della domanda (ascisse) e rimpiazzo (ordinate). Il fabbisogno ne è la somma algebrica risultante. La dimensione della bolla rappresenta le dimensioni del settore.
Con riferimento allo scenario benchmark dell’indagine, nei settori industriali il tasso di espansione è molto limitato mentre prevale il replacement (sostituzione di personale). Fanno eccezione le Public Utilities e alcuni reparti (ad es. quello Alimentare).
Le costruzioni non sono rappresentate nel grafico ma, da una lettura delle tabelle nel report, risulta che la bolla si sovrappone con quella del settore dei Macchinari ed ha diametro doppio:
Nei servizi (terziario e terziario avanzato), il tasso di espansione del fabbisogno è più marcato e la lettura di tendenza è sicuramente in crescita. A parte la sanità ed il turismo, sono i servizi operativi ed i servizi avanzati di supporto alle imprese (economico-finanziari, legali, gestionali e specialistici in diversi campi) che illustrano una situazione di tutto interesse per il TCM.
Sempre in base al report, i fenomeni che spiegano le tendenze evidenziate dai dati sono sostanzialmente i tre seguenti:
1. Invecchiamento della popolazione
2. Globalizzazione
3. Tecnologia
Tra le professionalità più specializzate spiccano quelle che si basano su competenze integrate (o “di integrazione”), trasversali rispetto a diverse discipline (ingegneria, economia, giurisprudenza ecc.) ed in grado di comprendere e gestire le dinamiche di relazione tra elementi tecnici ed elementi di business.
In un mondo che cambia e troppo spesso spreca risorse, la ricerca di un punto di equilibrio è un obiettivo importante, che va perseguito con determinazione e razionalità.
Il messaggio fondamentale che AICE ha voluto lanciare fin dai suoi albori, può essere declinato in modo semplice: per la ricerca e la gestione di questo punto di equilibrio, servono professionalità che sappiano agire in modo integrato attraverso metodologie che favoriscano
In altre parole, servono professionalità in grado di comprendere e parlare il linguaggio che descrive le variabili del fare e le metta in relazione con il business. Questa integrazione organizzativa ed interdisciplinare è sicuramente un fattore critico e, come abbiamo visto, rappresenta il cuore delle professioni che sono richieste in un futuro che è già iniziato.
Sostanzialmente, siamo convinti che il futuro richiederà maggiormente quelle competenze in grado di cavalcare 4 elementi fondamentali:
Nell’insieme, ciò rappresenta un modo diverso di concepire il concetto di valore, non più basato sul “tutto e subito” (nonostante purtroppo questo mordi e fuggi faccia ora parte del modo comune di pensare) ma sul “bene e per lungo tempo”. E ciò comporta un approccio sistematico e strutturato alla generazione e gestione del valore, collocato in un sistema di valori.
Le tendenze illustrate sono il risultato di uno sforzo costante che nell'economia risulta essere fondamentale: la ricerca del Valore.
Tale concetto può essere molto astratto e probabilmente ha significati ben diversi per diversi Stakeholders.
La professione del Cost Engineer (secondo la definizione originale data nell'atto costitutivo AICE) rapporta il concetto di Valore a quello di Costo:
Nei vari settori economici siamo di fronte ad una "evoluzione" nella ricerca del valore, dal primario a quello che oggi si definisce quaternario. Questo ha portato a puntare sempre di più sulla integrazione (dei processi, delle filiere, dei servizi ecc…).
Anche nei settori Welfare l'attenzione è puntata sulle economie circolari, i cambiamenti climatici, la lotta alla fame e alla povertà, l'accesso alle cure sanitarie e all’acqua potabile, la riduzione delle enormi e crescenti disuguaglianze. Qui la tendenza, specie con l’arrivo del Quarto Settore, è quell di lavorare su una maggiore diffusione dei “Valori” sociali quale premessa per poter far funzionale il motore del business.
Per questo, i percorsi formativi che AICE sta progettando e realizzando soprattutto negli ultimi anni, pongono sempre al centro quelle logiche che consentano di comprendere questa dualità costo-valore in diversi contesti, sempre con riferimento agli Stakeholder di riferimento: valore economico e valore sociale, il valore ed il suo rapporto in diversi modelli di business, ecc.
Tuttavia, il rapporto tra “Valore” e “Valori” è ancora tutto da scoprire e …valorizzare!
Non sappiamo dire se questo configuri delle nuove “professioni” (che è il tema della Giornata AICE 2018), ma sicuramente sappiamo che sarà forte l'esigenza di acquisire competenze ampie e diversificate, delle “professionalità” in grado di fare da ponte e tradurre il linguaggio del fare nel linguaggio del valore.
Se queste esigenze daranno luogo a nuove professioni emergenti lo vedremo: ci sarà mai un Total Cost Manager? Esisterà mai un Ingegnere Economico?
In realtà, è sicuramente più interessante porsi e tentare una risposta ad un’altra domanda: qual è il mix di conoscenze e competenze che in un determinato dominio è in grado di ottimizzare il Valore per tutti gli stakeholders? Bene, qualsiasi nome prenderà tale mix, questo è l’insieme delle competenze che afferiscono alla disciplina dell’Ingegneria Economica e che costituiscono nel loro insieme il taglio professionale richiesto dall’approccio TCM.
Quello che è certo, queste competenze formano un perno importante per la società sia a livello economico, sia a livello sociale e questo pone il Total Cost Management e le professioni correlate al centro dei processi evolutivi in entrambi gli ambiti, quello economico e quello sociale.
Argomenti su cui AICE vuole investire in futuro.
Autore: Dott. Emanuele Banchi, DIF ICEC, EIE / ICEC A, Presidente AICE
[1] Il “Bollettino di Informazione” è stato pubblicato nel mese di luglio 1979 ed era il nome originale dell’organo di informazione dell’associazione. Successivamente l’organo è divenuto una rivista ed ha preso il nome di “Cost Engineering”, poi “Ingegneria Economica”. Oggi l’organo di informazione AICE è costituito dal sito web http://www.aice-it.org. Come si legge nel documento, AICE è stata costituita il 28/03/1979 e pertanto l’anno prossimo ricorre il 40° anniversario dalla fondazione.
[2] http://www.aice-it.org/it/aice/lo-statuto-aice (approvato il 20/10/2017).
[3] Ricerca 2017 dell’Osservatorio 4.0 della School of management del PoliMi.
[4] Unioncamere-ANPAL, Previsione dei fabbisogni occupazionali in italia a medio termine (2018-2022), Sistema Informativo Excelsior – http://excelsior.unioncamere.net
[5] Per il settore dei macchinari il volume è di 57.000 unità circa.